Lo spread ha preso la via di fuga sopra i 250 punti base nella seduta di ieri, sostenuto dalle notizie sempre più buie che arrivano dal fronte bellico. L’escalation militare tra Russia e Ucraina si sta intensificando dopo l’ordigno che ha fatto saltare il ponte in Crimea e che le autorità di Mosca addebitano ai servizi segreti di Kiev. Ieri, il rendimento decennale è risalito sopra il 4,70%. Il BTp green 2045 e cedola 1,50% (ISIN: IT0005438004) si conferma il più remunerativo tra tutti i titoli del Tesoro.
Grossa plusvalenza alla scadenza
Pensate che il BTp green si comprava sopra 93 centesimi all’inizio dell’anno. Questo significa che in poco più di nove mesi, si è deprezzato di quasi il 40%. Si tratta del primo bond sovrano italiano con finalità ambientali sul fronte dell’impiego dei proventi raccolti. Il secondo per scadenza è stato emesso poche settimane fa e presenta una durata di dieci anni inferiore.
Se voleste acquistare il BTp green 2045, dunque, dovreste spendere poco più della metà del suo valore nominale, circa 573 euro per ogni 1.000 euro. La cedola netta di 1,3125% o 13,13 euro incide per quasi il 2,30% dell’esborso effettivo. Alla scadenza, poi, oggi come oggi l’obbligazionista riporterebbe una plusvalenza del 75% con questi prezzi di acquisto. Al netto dell’imposizione fiscale, fa circa il 65%. Spalmata per i quasi 22 anni e mezzo di durata residua, essa si sostanzia in un guadagno del 2,25% più alto e da sommarsi a quello offerto dalla cedola.
BTp green protegge da inflazione target BCE
In definitiva, il rendimento netto del 4,55% si rivela suddiviso equamente tra cedola e plusvalenza. Pur con un tasso d’inflazione attualmente all’8,9%, in una prospettiva di medio-lungo termine il BTp green riuscirebbe a proteggere il capitale dalla perdita del potere di acquisto anno dopo anno senza dover attendere la scadenza.
Se pensate che al suo debutto il BTp green 2045 si acquistava sul mercato secondario a quasi 102, di fatto la perdita a carico degli obbligazionisti sfiora il 45%. Del resto, il bond fu lanciato a tassi bassissimi, riflettendo le condizioni di mercato molto migliori di quelle attuali. Infatti, il secondo bond “verde” del Tesoro del settembre scorso, pur in scadenza nell’aprile 2035, offriva già una cedola lorda annuale del 4%. Peraltro, anche la quotazione di questi scendeva ai 94 centesimi di ieri, infliggendo perdite virtuali agli acquirenti in fase di collocamento.