Il responsabile per il debito pubblico del Tesoro, Davide Iacovoni, lo aveva annunciato nei mesi scorsi. Ieri, l’ufficializzazione: il Ministero di economia e finanza terrà un terzo collocamento sindacato per emettere un nuovo BTp green, stavolta con scadenza nel 2035. Il mandato è stato affidato al seguente gruppo di banche: Bank of America, Citibank, Credit Agricole, Deutsche Bank e Monte Paschi di Siena. L’operazione si terrà “nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato”, si legge nel comunicato ufficiale.
Che cos’è un BTp green? Previsto dalla legge di Bilancio 2020, non è null’altro di diverso di un titolo di stato ordinario. La peculiarità consiste nel fatto che i proventi raccolti saranno utilizzati dal Tesoro per finanziare misure in difesa dell’ambiente, secondo le linee guida pubblicate nel 2021. Sei gli obiettivi definiti:
- Fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e termica;
- Efficienza energetica;
- Trasporti;
- Prevenzione e controllo dell’inquinamento ed economia circolare;
- Tutela dell’ambiente e della diversità biologica;
- Ricerca.
Nuovo BTp green al test della domanda
Non esiste alcun vincolo formale per l’utilizzo dei capitali raccolti, tant’è che sul mercato si parla sempre più spesso di rischio “greenwashing”. Nel 2021, il Tesoro emise il suo primo BTp green dopo alcuni mesi dal debutto della Germania su questo mercato. Lo fece con un’obbligazione in scadenza l’1 aprile 2045 e cedola 1,50% (ISIN: IT0005438004). Da diverse sedute, oramai, risulta essere il titolo più redditizio per l’obbligazionista con un rendimento prossimo al 4%, a causa della quotazione sprofondata ad appena 63 centesimi.
Sempre il Tesoro riaprì il collocamento sindacato nell’autunno scorso con una seconda tranche, portando l’emissione a una massa circolante complessiva di 13,5 miliardi di euro. Agli attuali prezzi di mercato, il BTp green 2035 offrirebbe un rendimento lordo in area 3,90%.