Agli inizi di settembre, il Tesoro emise il secondo BTp green, stavolta con scadenza 30 aprile 2035 (ISIN: IT0005508590), ossia di durata più corta di dieci anni rispetto al primo. Il bond offre cedola fissa annua lorda del 4%. E già, dopo anni abituati a raccogliere le briciole anche in termini di tassi d’interesse, il titolo si mostra interessante. Fu collocato sul mercato a una quotazione di poco inferiore alla pari, cioè sotto 100. Questa è sempre una buona notizia per chi compra, in quanto si traduce in un investimento a sconto.
Il BTp green 2035 è sceso di prezzo dall’emissione. Il punto più basso lo ha toccato a metà ottobre, quando esitò una quotazione sotto i 93 centesimi. Da allora, fino a qualche seduta fa, oscillava intorno a tale valore. Ieri, risultava risalito a quasi 99 centesimi. Per chi lo avesse acquistato ai minimi per rivenderlo ai massimi delle scorse ore, in pochi giorni il guadagno sarebbe stato nell’ordine di oltre il 6%. La plusvalenza netta equivarrebbe al 5,50%.
Chi, invece, avesse acquistato proprio nelle scorse ore il BTp green 2035, avrebbe portato a casa un asset capace di fruttare una cedola annua effettiva di circa il 3,55%. Questo è il dato a cui arriviamo tenendo conto dell’imposizione fiscale del 12,50% e del rapporto tra cedola netta così ottenuta e prezzo. Dunque, il titolo ci consentirebbe di percepire un flusso di reddito annuale superiore al tasso d’inflazione atteso nel medio-lungo termine in Italia.
BTp green 2035, potenzialità rialziste
Potremmo anche non essere interessati a riscuotere il BTp green 2035 alla scadenza, puntando a rivenderlo prima. In questo caso, ci esporremo certamente al rischio prezzo sul mercato secondario. Ma c’è da dire che, partendo da un rendimento già elevato per un titolo della durata di 12 anni e mezzo, esistono elevate probabilità che nei prossimi anni la quotazione salga, cioè che il rendimento si abbassi.
Non dimentichiamo che all’inizio di quest’anno, il decennale italiano offriva appena l’1,30%. Sebbene risulti difficile pensare che tenderemo a quel livello di rendimento di lungo termine da qui a qualche anno, il dato ci segnala le potenzialità future di recupero dei prezzi. Realizzeremmo plusvalenze capaci di offrirci un rendimento netto effettivo superiore a quello oggi prospettato alla scadenza.
Il BTp green 2035 rientra, infine, nella categoria dei green bond. Trattasi di titoli perfettamente uguali alle obbligazioni ordinarie, dalle quale si distinguono solo per le finalità ambientali circa l’impiego dei capitali raccolti. E sul mercato la domanda di questo segmento di bond cresce di anno in anno. Persino la BCE sta virando verso una policy sensibile al tema dell’ambiente. Di fatto, una ragione in più per sperare in un apprezzamento futuro.