Tra il 2020 e il 2021 il governo decise di emettere nuovi bond del Tesoro per fronteggiare la pandemia. Ministro dell’Economia era Roberto Gualtieri, attuale sindaco di Roma. Provvide a collocare sul mercato quattro emissioni retail, cioè dedicate ai piccoli investitori, pur non in via esclusiva, sulla falsariga dei BTp Italia. Presero il nome di BTp Futura, l’ultimo dei quali debuttò nel novembre del 2021 con scadenza in data nel novembre del 2033 (ISIN: IT0005466351).
BTp Futura 2033, cedole e premio fedeltà insufficienti
Questo genere di bond non fu un grande successo, vuoi per le basse cedole offerte e vuoi anche per la scarsa comprensione dei meccanismi che stanno dietro ai rispettivi premi fedeltà.
Quest’oggi ci occuperemo del BTp Futura 2033. Durata iniziale di dodici anni, attualmente ne presenta una residuale di poco superiore ai nove anni. Il bond offre cedola dello 0,75% fino al novembre dell’anno prossimo, dell’1,35% per i successivi quattro anni e dell’1,70% per gli ultimi quattro. La cedola media risulta essere, quindi, dell’1,27% scarso dalla data di emissione alla scadenza. Pur mettendo in conto il premio fedeltà massimo del 6%, il rendimento medio annuo non andrebbe oltre l’1,77%. Lordo!
Emissione in contesto di tassi bassi
Perché così poco? L’emissione risale a un periodo in cui i tassi di interesse erano stati azzerati e la liquidità sui mercati te la tiravano dietro. Naturale che quando i tassi sono saliti, le quotazioni del BTp Futura 2033 siano crollate. Oggi, il bond si acquista per meno di 85 centesimi, cioè a sconto del 15%.
Rivedremo il BTp Futura 2033 a 100? Per rispondere a questo interrogativo, dobbiamo premettere che l’attuale rendimento lordo del bond si aggira in area 3,40%. Quasi il triplo di quello prospettato all’emissione. Riportarsi oggi alla pari significherebbe offrire al mercato un rendimento all’incirca dell’1,45%. Impossibile ipotizzare una discesa del 2% su questo tratto della curva dei tassi in breve tempo. Dal novembre dell’anno prossimo, come dicevamo, la cedola inizierà a salire all’1,35%. Tra quattordici mesi, quindi, la cedola media per gli otto anni rimanenti sarà dell’1,525%. All’attuale quotazione, il rendimento s’impennerebbe al 3,90%.
Quotazione alla pari nel medio termine improbabile
Poiché ci aspettiamo tutti che i rendimenti di mercato scendano e non salgano nei prossimi mesi, ne deduciamo che la quotazione del BTp Futura 2033 continuerà ad apprezzarsi. Tuttavia, da qui ad immaginare che nel medio termine torni alla pari ce ne passa. Il tratto della curva a 8-9 anni offre rendimenti in area 3,20%. Anche nel caso in cui la Banca Centrale Europea sorprendesse con tagli dei tassi superiori alle attese, sarebbero davvero minime le probabilità di assistere ad un tracollo del rendimento all’1,50% o poco più. Solo questo movimento inatteso giustificherebbe una quotazione risalita a 100.
Nel medio-lungo termine tutto può accadere per effetto, principalmente, della mutata politica monetaria. Resta difficile credere il raggiungimento della pari con diversi anni di anticipo prima della scadenza. Per chi volesse minimizzare le perdite, realisticamente si prospetta lo scenario di un disinvestimento tra qualche anno, senza poter confidare nel premio fedeltà, la cui corresponsione in via anticipata avverrà solamente nel novembre del 2029.
Disinvestire dal BTp Futura 2033?
E se oggi rivendessi il BTp Futura 2033? A fronte di una perdita del 15% abbondante, dovrei investire in un asset che mi offra un rendimento di almeno l’1,60% in più all’anno per i prossimi nove anni rispetto allo striminzito 1,45% scarso medio offertomi dalla cedola media ponderata da qui alla scadenza.