Il collocamento sindacato affidato a un consorzio di banche per l’emissione di due tranche di altrettanti BTp ha attirato ordini per 157 miliardi di euro. In offerta c’era la nuova scadenza a 7 anni e la riapertura del bond a 30 anni con scadenza 1 ottobre 2053 e cedola 4,50% (ISIN: IT0005534141). In dettaglio, il nuovo BTp 15 febbraio 2031 (ISIN: IT0005580094) ha ricevuto richieste per 74,48 miliardi contro i 10 miliardi proposti, mentre il BTp 2053 per 82,36 miliardi contro i 5 proposti.

Ordini record

Dunque, il Tesoro ha attratto ordini per oltre 10 volte i 15 miliardi offerti tramite i due BTp, registrando una domanda mai così alta nella sua storia per un singolo collocamento.

La scadenza a 7 anni ha esitato un rendimento di 6 punti base sopra l’attuale benchmark del 30 novembre 2030 e che rendeva prima del collocamento il 3,48%. La cedola è stata fissata al 3,50% e il prezzo esitato è stato di 99,88 centesimi. Rendimento lordo annui del 3,548%.

Per quanto riguarda la tranche trentennale, il rendimento è stato di 21 punti base sopra quello offerto dal BTp settembre 2052, risultando del 4,515% sulla base di un prezzo di 100,56. Considerati anche i BoT in emissione per 8 miliardi e il nuovo BTp a 3 anni fino a 4 miliardi, il Tesoro raccoglierà complessivamente questa settimana 27 miliardi, circa il 5% delle intere emissioni lorde dell’anno.

BTp 2031, mini-cedola a febbraio?

Il BTp 15 febbraio 2031 staccherebbe la prima cedola tra poco più di un mese e per questo il Tesoro dovrebbe corrispondere per l’occasione agli obbligazionisti un tasso lordo dello 0,285326%. Esso corrisponde a una detenzione di 30 giorni su un semestre teorico di 184 giorni. Particolarmente positivo, poi, il riscontro per il BTp a 30 anni. Pur essendo una scadenza molto lunga, ha attirato ordini elevatissimi. Sarebbe il segno che il mercato abbia intenzione di acquistare carta italiana.

E lo spread tra BTp e Bund a 10 anni è sceso fin sotto 165 punti base nel pomeriggio di ieri, dopo la diffusione dei dati preliminari del collocamento.

A conferma che gli investitori guardino positivamente a ogni successo dei nostri titoli di stato.

[email protected]