Il rendimento decennale italiano è sceso nella mattinata di oggi ai livelli più bassi da fine marzo, al 3,66% mentre scriviamo. Ciononostante, lo spread con il Bund si è ulteriormente innalzato a quota 140 punti base. Infatti, anche il rendimento tedesco è precipitato ai minimi da quattro mesi. Lungo la curva i rialzi dei prezzi sono cospicui. Il BTp 1 ottobre 2039 con cedola 4,15% (ISIN: IT0005582421) ne è un esempio. Il bond del Tesoro venne inaugurato nel febbraio scorso. Oggi, tratta nettamente sopra la pari, in area 101,80. Un mese fa esatto, invece, toccava i minimi a meno di 97,40 centesimi.

Risalita dopo tensioni di inizio luglio

Ad inizio luglio il mercato obbligazionario nell’Eurozona fu in subbuglio a seguito del primo turno delle elezioni legislative in Francia, che videro la netta affermazione del Rassemblement National di Marine Le Pen. Poco dopo, tuttavia, le tensioni si allentarono quando i centristi del presidente Emmanuel Macron e la sinistra riunita nel Nuovo Fronte Popolare siglavano centinaia di desistenze nelle circoscrizioni, al fine di impedire la vittoria della destra.

Nell’arco di appena un mese, quindi, il BTp 2039 si è apprezzato del 4,5%. Un affare per chi comprò ai minimi ad inizio luglio. Nel frattempo, invece, il rendimento è sceso di quasi mezzo punto percentuale, circa lo 0,45%. Più alti i prezzi, infatti, e minori i rendimenti alla scadenza offerti da un bond. Questo significa che coloro che acquistassero il titolo oggi, nei quindici anni di investimento otterrebbero un rendimento complessivo lordo del 6,75% in meno rispetto a solo un mese fa.

BTp 2039 con rendimento netto reale atteso positivo

Da notare che il premio offerto sul BTp a 10 anni si è mantenuto sostanzialmente inalterato a circa un terzo di punto percentuale. Questo è il maggiore rendimento che il mercato richiede per tenere in portafoglio il BTp 2039, cioè della durata attuale di quindici anni, rispetto al decennale. Al netto dell’imposta, il bond offre il 3,50%.

Anche calcolando che negli anni il capitale perderà potere di acquisto a causa dell’inflazione, le basse aspettative attuali lasciano intravedere ugualmente un rendimento netto reale decisamente positivo. Perlomeno, nella media del quindicennio considerato e salvo sorprese dall’indice dei prezzi al consumo.

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