Dal Forum di Davos, il padrone di casa Thomas Jordan, governatore della Banca Nazionale Svizzera, non solo non si è mostrato intento ad alzare i tassi d’interesse da qui a breve, ma ha difeso i tassi negativi introdotti dall’istituto anni fa, definendoli “necessari” e dicendosi pronto a tagliarli ulteriormente, ove si rendesse utile. I bond svizzeri hanno reagito subito a queste dichiarazioni, con il rendimento decennale ad avere perso nella sola giornata di giovedì scorso lo 0,06%, scendendo al -0,69%, ma chiudendo ancora più in basso la settimana, ossia al -0,73%.
Franco svizzero nel mirino di Trump, si rafforza dopo il monito del Tesoro USA
La curva delle obbligazioni in franchi svizzeri è tutta negativa, con il bond più longevo a 50 anni a offrire il -0,24%. La Germania aveva assistito a una discesa in territorio negativo di tutta la curva tedesca nell’estate scorsa, ma attualmente il Bund a 10 anni offre il -0,31% contro il -0,70% di fine agosto e i rendimenti sono tornati in positivo dai 20 anni insù. E che il rally obbligazionario elvetico sia sostenuto dagli afflussi di capitali stranieri lo confermerebbe anche il rafforzamento del franco svizzero, che contro l’euro scambiava venerdì scorso a 1,07, mai così forte dall’aprile di tre anni fa.
Guadagni anche con i rendimenti negativi
Nell’ultimo anno, il cambio ha guadagnato il 5% e questo per la Svizzera è un problema, essendo un’economia esportatrice e perlopiù proprio verso l’Eurozona. Proprio per indebolire il franco, la BNS ha messo in atto la strategia dei tassi negativi, al fine di far defluire i capitali. Tuttavia, la valuta elvetica è percepita come un bene rifugio sui mercati internazionali e, tra tensioni geopolitiche e crescita economica debole in Europa, gli investitori preferiscono portare i loro capitali al sicuro nello stato alpino, anziché rischiare di “bruciarli” altrove.
Franco svizzero ai massimi da 2 anni significa rendimenti bond euro giù e spread su
Per quanto possa apparire assurdo acquistare titoli che alla scadenza infliggeranno perdite certe, bisogna considerare che tra aumento delle quotazioni ed effetto cambio, il bond luglio 2064 e cedola 2% (ISIN: CH0224397007) ha fruttato nell’ultimo anno ben il 30% a chi lo avesse comprato dall’Eurozona. E i guadagni salirebbero a quasi il 45%, nel caso in cui lo stesso bond fosse stato acquistato poco prima della fine del cambio minimo di 5 anni fa. Il “carry trade” continua a regalare soddisfazioni al mercato e fino a quando le aspettative sui tassi di cambio rimarranno rialziste o almeno stabili e quelle sui rendimenti assai deboli, l’anomalia dei tassi negativi non avrà fine. E sinora, Jordan non è riuscito proprio a dissuadere gli investitori dal dirottare in Svizzera i loro capitali.