Anche la casa automobilistica francese si finanzia in valuta d’oltralpe. Dopo Volkswagen e Fiat, Peugeot Citroën, tramite la struttura finanziaria Banque PSA Finance, è riuscita a ottenere l’autorizzazione per emettere un titolo obbligazionario in valuta elvetica, merce sempre più rara di questi tempi sui mercati obbligazionari internazionali. Il franco svizzero è infatti considerato ancora una valuta rifugio per gli investitori, ma anche per tante aziende industriali che, per questione di immagine e di costi, intendono rifinanziarsi anche in altre valute.
PSA Peugeot Citroen 3.25% 2015 in dettaglio
Ma veniamo alle caratteristiche del bond del secondo costruttore europeo di autoveicoli. L’emissione è di 175 milioni di franchi, scadenza 25 Settembre 2015 e cedola annuale del 3,25% (Isin: CH0187216012). Il prezzo di emissione è stato fissato leggermente sopra la pari, a 100,128 e offre un rendimento del 3,21% lordo a scadenza. Il taglio minimo di negoziazione è di 5.000 CHF, quindi alla portata anche dell’investitore retail che volesse diversificare il proprio portafoglio mettendosi al riparo dalle turbolenze che stanno affliggendo la moneta unica. Il collocamento che si chiuderà il 20 Giugno 2012 è curato da BNP Paribas (Suisse), Credit Suisse et Royal Bank of Scotland, mentre il rating assegnato all’emittente dalle agenzie internazionali è Baa2 per Moody’s e BBB per Standard & Poor’s.
60 miliardi di ricavi per PSA Peugeot Citroën nel 2011
Peugeot Citroën è il secondo produttore di automobili europeo. Il Gruppo, guidato da Philippe Varin, ha venduto quasi 3,5 milioni di veicoli l’anno scorso, di cui il 58% in Europa per un giro d’affari che sfiora i 60 miliardi di euro, grazi al successo dei sui nuovi modelli. Il risultato netto prima delle imposte è stato di 588 milioni di euro per un numero di dipendenti pari a 209mila addetti. Nel primo trimestre del 2012, PSA Peugeot Citroën ha registrato ricavi per 14,3 miliardi di euro (-7%) in calo rispetto allo stesso periodo del 2011 quando, però, il mercato era ancora sotto l’effetto degli incentivi statali. Tuttavia, il gruppo – riporta una nota – prevede per quest’anno un volume di vendite inferiore allo scorso anno anche per effetto della crisi in atto in Europa.