Manutencoop torna sul mercato dei bond ad alto rendimento. La società emiliana –  a capo di un gruppo di cooperative italiane con sede a Bologna, attiva nella gestione e I’erogazione di servizi integrati, alla clientela pubblica e privata, rivolti agli immobili, al territorio e a supporto dell’attività sanitaria – ha lanciato un nuovo bond a cinque anni raccogliendo 360 milioni di euro fra gli investitori istituzionali

 

Manutencoop Facility Management Spa ha così raccolto i fondi necessari per rimborsare in anticipo il bond emesso nel 2013 per 425 milioni di euro con cedola 8,50% (Isin XS0808635352) e sottoscritto in particolare da fondi di investimento e banche.

L’ammontare in circolazione è pari a 296 milioni di euro dopo le operazioni di buy back del 2014 e 2015 e il prezzo di rimborso (call redemption) sarà pari a 102,125 del valore nominale.

 

Obbligazioni Manutencoop Facility Management 9% 2022

 

L’obbligazione in euro da 360 milioni emessa da Manutencoop Facility Management S.p.A. (Isin XS1642816554) è stata ampiamente sottoscritta fra gli investitori istituzionali, ma l’operazione di collocamento non è stata facile. Le banche incaricate, guidate da Jp Morgan e Unicredit, hanno faticato non poco per trovare investitori disposti a prestare soldi alla società a condizioni migliori rispetto al passato. Alla fine, la size del bond è stata ridotta da 420 (come inizialmente preventivato) a 360 milioni di euro e la cedola innalzata da 8,50% a 9% con prezzo di sottoscrizione a 98 per un rendimento che supera di fatto il 9,5%. C’è da dire che anche nel 2013 le cose andarono più o meno allo stesso modo, ma oggi, rispetto a quattro anni fa, il contesto dei tassi d’interesse e i rendimenti delle obbligazioni high yield in euro è cambiato. Pagare il 9,5% di interesse – commentano gli analisti – è sopra l’attuale media di mercato anche per un emittente che gode di rating “non investment grade”.

 

Bond Manutencoop 2022 rende il 9,50%

 

L’obbligazione in euro Manutencoop è di tipo senior secured, cioè gode dei massimi gradi di privilegio sui beni della società, ha una durata di 5 anni, scade nel 2022 e paga una cedola fissa su base semestrale del  9% che viene staccata il 29 giugno e 29 dicembre di ogni anno.

Il titolo è negoziabile per tagli minimi di 100.000 euro con multipli aggiuntivi di 1.000 alla borsa del Lussemburgo, ma è presumibile che verrà presto quotato anche sul mercato domestico ExtraMot di Borsa Italiana. Il titolo è callable e può essere richiamato anticipatamente dall’emittente a partire dal 2020. Su Manutencoop, le agenzie di rating si sono espresse con un giudizio “speculative grade”. Standard & Poor’s ha assegnato un rating preliminare B+ con outlook stabile, mentre Moody’s ha emesso un giudizio B2. Secondo gli analisti americani, il rating B2 riflette la visione secondo cui l’azienda riflette la modesta dimensione del gruppo e la limitata diversificazione geografica, la sua esclusiva focalizzazione sul mercato del facility management italiano e il fatto che un contratto chiave dovrà essere rinnovato l’anno prossimo. Tuttavia – sottolineano gli analisti – questi elementi negativi sono parzialmente controbilanciati dalla posizione di leader di mercato dell’azienda nel settore del facility management italiano e dalla tenuta di fatturato ed ebitda negli ultimi tre anni, elemento da rimarcare date le difficili condizioni di mercato.

Manutencoop, risultato e debito in aumento nel primo trimestre 2017

 

Manutencoop è il principale operatore attivo in Italia nell’Integrated Facility Management ovvero la gestione e l’erogazione di servizi integrati, alla clientela pubblica e privata, rivolti agli immobili, al territorio e a supporto dell’attività sanitaria. Manutencoop è controllato al 72% dalle cooperative e per il 28% da fondi di private equity. Nata nel 2003, la società è relativamente “giovane” ma con alle spalle l’esperienza, la tradizione e il know how di un gruppo attivo nel settore dei servizi e delle manutenzioni da oltre 70 anni.

Coi suoi 18.500 dipendenti, nel 2012 ha realizzato ricavi per 1.072 milioni di euro (+0,4%), un ebitda da 114 milioni (-7,5%) e un risultato netto positivo per oltre 33 milioni (+172%). Nel primo trimestre 2017, a fronte di ricavi (238 milioni) leggermente in calo rispetto allo stesso periodo del 2016 (241 milioni), l’ebitda è cresciuto del 13% a 30,9 milioni, mentre l’indebitamento finanziario netto è stato pari a 644 milioni, rispetto ai 630 del 2016. Sull’indebitamento finanziario netto – commenta la cooperativa in una nota – continua ad incidere l’allungamento dei tempi di pagamento da parte dei clienti in conseguenza della difficile congiuntura macroeconomica. Nel corso dell’esercizio 2017 gli ordini e le commesse in portafoglio restano sostanzialmente stabili a 2,8 miliardi.