E’ stata la più grande emissione del Panama con un bond in tripla tranche da 3,1 miliardi di dollari. Ha superato quella da 2,5 miliardi di due anni fa. Lo stato dell’America Centrale ha collocato sul mercato una scadenza a 7 anni (2031) per 1,1 miliardi e spuntato un rendimento del 7,50%. Una seconda scadenza a 14 anni (2038) per 1,25 miliardi ha esitato un rendimento dell’8% e, infine, una terza da 750 milioni a 33 anni (2057) ha offerto l’8,25%. In tutti e tre i casi, i rendimenti appaiono fin troppo allettanti per essere ignorati, anche perché i rating sono “investment grade”: BBB per S&P, BBB- per Fitch e Baa3 per Moody’s.

Bond Panama ad alto rendimento

Il T-bond degli Stati Uniti a 7 anni, a titolo di confronto, offre attualmente tra il 4,30% e il 4,35%. Ma ad alti rendimenti corrispondono sempre alti rischi. E i bond del Panama non sfuggono alla regola generale. Non preoccupa tanto il livello del debito pubblico, sceso al 56% del PIL al 30 settembre scorso. Il fatto è che il paese detiene scarse riserve in valuta straniera e nei fatti adotta il dollaro quale moneta nazionale. Ciò crea forti problemi di competitività alla sua economia, con deficit commerciali elevatissimi e cronici.

A fronte di 6,9 miliardi di dollari posseduti, il debito estero ammonta a una sessantina di miliardi, di cui circa 40 in scadenza nel breve termine. Essenzialmente ci sarebbero pochi soldi per fronteggiare le scadenze a breve. Non è atteso ad oggi un declassamento del rating allo status “junk”. Ma ci sono due fattori di rischio che incombono sui bond del Panama. Il primo ha a che fare con la contingenza elettorale. Ci sono tensioni attorno alla candidatura di Ricardo Martinelli, ex presidente, arrestato venerdì scorso per riciclaggio di denaro sul caso Odebrecht. Non si sa se gli sarà consentito di correre per le elezioni di quest’anno.

La siccità colpisce le finanze di Panama

E il Canale di Panama è diventato fonte di preoccupazione. Il livello delle acque si è abbassato criticamente, costringendo da mesi l’Autorità a ridurre da un massimo di 38 a una ventina al giorno il numero delle navi commerciali in transito. La siccità sta provocando perdite stimate in almeno 5-700 milioni per quest’anno. E il governo ha reagito annunciando investimenti a sostegno della sostenibilità ambientale per 8,4 miliardi, superando i 5 miliardi spesi pochi anni fa per espandere il canale.

Tra le altre cose, più questa situazione diventa duratura e maggiore il rischio che si trovino alternative strutturali al transito delle navi attraverso il Canale di Panama. Dovete sapere che da qui passano ogni anno merci per un controvalore di 270 miliardi di dollari. Ma la cosa che molti non sanno, è che la gran parte di queste merci sono spedite dalla costa orientale a quella occidentale degli Stati Uniti. In pratica, il Canale serve per ridurre tempi e costi di trasporto all’interno della superpotenza mondiale, le cui linee viarie e ferroviarie sono tutt’altro che esemplari.

Fattori di rischio a medio-lungo termine

Per tutte queste ragioni, i bond di Panama vanno considerati con cautela. Il rischio di credito è teoricamente basso, ma le prospettive a medio-lungo termine rischiano di essere negative sia per l’economia domestica che per il debito pubblico. Siccità ed elezioni rappresentano due fonti di rischio già nell’immediato.

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