Per trovare bond giapponesi a dieci anni con cedola dell’1,10% bisogna tornare indietro al 2012, cioè di ben dodici anni. Il Ministero delle Finanze di Tokyo non ha potuto che prendere atto della lievitazione dei rendimenti sopra l’1% per questo tratto della curva, nonostante ufficialmente questa sarebbe la soglia massima tollerata dalla Banca del Giappone. L’attuale benchmark decennale offre una cedola dello 0,80%. Ma non è l’unica novità di rilievo che arriva dal mercato obbligazionario del Sol Levante.

Yen debole con fuga dei capitali

Ieri, si è appreso che il governo punta ad emettere nuovi bond giapponesi a tasso variabile.

E questa notizia racconta molto di quanto potrà accadere nei prossimi mesi. Poiché da almeno un decennio Tokyo mantiene una politica monetaria ultra-accomodante, con tassi appena alzati allo 0,10% nel marzo scorso, i rendimenti di mercato restano bassissimi. Tuttavia, ciò sta indebolendo lo yen, precipitato ai minimi dagli anni Ottanta contro il dollaro. Perde circa il 13% quest’anno.

Tassi in Giappone restano azzerati

Per evitare un collasso ancora più marcato del cambio, la banca centrale ha più volte alzato il limite per i rendimenti dei bond giapponesi. Era allo 0,25% fino al dicembre 2022, mentre adesso è all’1%. Non basta, con il Treasury decennale ancora al 4,40% e destinato a rimanere remunerativo ancora per diverso tempo. La Federal Reserve non dovrebbe tagliare i tassi di interesse neppure subito dopo l’estate. Ciò accresce la pressione sui titoli nipponici. Gran parte dello stock venne emesso a rendimenti infimi e, pertanto, risulta ormai deprezzato.

L’emissione di bond giapponesi a tasso variabile consente agli investitori di sfuggire alle perdite nel caso in cui i tassi salissero. Infatti, essi offriranno una cedola agganciata ai tassi di mercato, similmente a quanto accade in Italia con i CcTeu. Non è una novità assoluta neanche per Tokyo. In passato, il governo ha emesso già indicizzati ai tassi, ma della durata iniziale di quindici anni.

Nel caso attuale, invece, si tratterebbe di emettere scadenze medio-brevi, le quali risentono maggiormente della policy.

Bond giapponesi a basso rendimento anche in futuro

Sarebbe un modo per frenare il deflusso in corso dei capitali e preservare lo stesso yen. I bond giapponesi risulteranno verosimilmente molto poco remunerativi anche nei mesi prossimi, dato che una stretta vigorosa sui tassi non è all’ordine del giorno. Oltretutto, il debito pubblico ammonta a più del 260% del Pil e anche piccole variazioni dei tassi possono avere un grosso impatto sulla spesa per interessi. L’istituto agirà anche sul fronte degli acquisti dei bond, riducendone i quantitativi per iniettare progressivamente minore liquidità sui mercati. Sorge, dunque, la necessità di proteggere gli investitori che continuano a dare fiducia al mercato nipponico. Sperando che basti per superare la bufera da qui almeno a fine anno.

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