I rendimenti globali quest’anno sono risaliti dai livelli a cui erano sprofondati nel corso del 2020, ma restano storicamente molto bassi. E così, cercano di approfittarne anche le economie emergenti, che generalmente sono costretti ad accedere sui mercati finanziari a condizioni molto meno favorevoli. La notizia clamorosa di queste ore è che il Ghana ha dato mandato a Bank of America, Citigroup, Standard Chartered, Standard Bank e Rand Merchant Bank per gestire l’emissione di nuovi bond in dollari a 4, 7, 12 e 20 anni.
Sin qui, nulla di rilevante. Se non fosse che l’obiettivo del Ghana consiste nell’emettere il suo primo bond senza cedola per la scadenza a 4 anni. Ora, è molto probabile che l’obbligazione quadriennale verrà prezzata sotto la pari, dato che il Treasury di pari durata offre un rendimento in area 0,55%. Anche solo immaginando un irrealistico spread nullo, lo sconto a cui l’investitore avrebbe diritto rispetto al valore nominale supererebbe il 2%. Certamente, esso sarà ben maggiore.
Bond Sudafrica ed emergenti a rischio con la risalita dei rendimenti USA
Debito “spazzatura” e rischi elevati
Il Ghana è considerato un emittente “junk” da parte di tutte le principali agenzie di rating, con il debito sovrano ad essere classificato B- da S&P, B da Fitch e B3 da Moody’s. Esso è salito al 77% del PIL nel 2020, pur atteso in lieve calo quest’anno. Trattandosi di emissioni in valuta estera, rileva la disponibilità delle riserve valutarie ai fini della sostenibilità dei pagamenti. Alla fine di febbraio, il paese possedeva 8,7 miliardi di dollari, pari a 4,2 mesi di importazioni. Un livello basso per poter guardare all’investimento a cuor leggero.
Si consideri che il governo per le emissioni in cedi, la valuta locale, deve affrontare costi altissimi.
Perché le valute emergenti offrono potenzialità di guadagno maggiori di quelle forti