Cassa depositi e prestiti (Cdp) ha annunciato ieri di avere avviato e portato a termine l’emissione di un nuovo bond. Il collocamento si è tenuto grazie a Banca Akros, Monte Paschi di Siena, Bper, Credit Agricole, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo, Morgan Stanley e Unicredit in qualità di Joint Lead Managers e Joint Bookrunners. L’operazione è stata riservata agli investitori istituzionali. Sono stati circa 100 ad avere effettuato ordini, di cui per il 55% stranieri. La parte del leone l’hanno fatta Germania/Austria/Svizzera con il 16%, Spagna e Portogallo con il 15% e Francia con il 13%.

Le richieste sono arrivate a 2,8 miliardi di euro, mentre l’importo offerto è stato di 750 milioni. Pertanto, la domanda è stata di oltre 3,7 volte l’offerta.

Caratteristiche dell’emissione

Il nuovo bond di Cdp ha una durata di sette anni, arrivando a scadenza in data 12 luglio del 2031. La cedola è stata fissata al tasso annuo lordo del 3,875%. Il rendimento esitato è risultato a premio di 37 punti base sul BTp 2031, in calo dai 45 punti ipotizzati con la guidance iniziale. L’emittente ha fatto richiesta di ammissione alle negoziazioni presso la Borsa di Dublino. I rating attesi sono BBB per S&P e Fitch e BBB+ per Scope.

Ai bond emessi da Cdp viene riservato lo stesso trattamento fiscale previsto per i titoli di stato. L’ente è controllato dal Tesoro, per cui si tratta a tutti gli effetti di un’istituzione pubblica. Pertanto, i rendimenti scontano l’aliquota del 12,50%, ben inferiore al 26% applicato ai rendimenti delle obbligazioni private. Questo è un punto a favore dei titoli del debito di Cdp, i quali offrono di più dei bond del Tesoro lungo la curva. Ieri, ad esempio, il BTp luglio 2031 con cedola 3,45% (ISIN: IT0005595803) rendeva il 3,62%.

Ultimo bond Cdp ad aprile in dollari

L’ultima emissione di Cdp ha riguardato in aprile un cosiddetto “yankee bond“, cioè denominato in dollari Usa per 1,5 miliardi.

La domanda fu allora di 9,9 miliardi. La cedola venne fissata al 5,875% per una scadenza di soli tre anni, ma sconta il rischio di cambio.

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