Se il futuro è nelle energie rinnovabili, l’investimento nel colosso iberico appare quasi un passaggio obbligato. Lo sanno bene i fondi di investimento High Yield, ma anche gli analisti specializzati del settore che recentemente hanno ribadito che le energie alternative giocheranno un ruolo sempre più determinante nel mondo. Abengoa è infatti una multinazionale spagnola presente in tutto il mondo, attiva nella ricerca per lo sfruttamento dell’energia solare, per la produzione di biocarburanti, la desalinizzazione dell’acqua marina, e il riciclo dei rifiuti industriali.

Il giro d’affari è notevole: 7,09 miliardi di euro nel 2011 con un incremento del 45,9% dei ricavi rispetto all’anno prima, un ebitda di 1,103 miliardi al 31 dicembre (+35,7%) e un utile netto di 207 milioni (+21,7%). Anche la crescita è impressionante, visto che dal 2005 il giro d’affari del gruppo è praticamente triplicato, nonostante la crisi abbia colpito duro in questi ultimi anni, soprattutto in Europa. E nonostante gli inviti alla prudenza recentemente diramati da Moody’s che lo scorso 27 Giugno ha messo la società sotto osservazione con implicazioni negative per il suo merito creditizio in futuro (rating B3) nel timore che la crisi del sistema bancario spagnolo possa avere implicazioni negative anche sui conti semestrali del gruppo, molti fondi d’investimento obbligazionari tengono saldamente in portafoglio le sue emissioni per i generosi rendimenti offerti.

 

Sul rendimento pesa la crisi del debito sovrano spagnolo 

 

Fra i titoli che meritano un particolare occhio di riguardo, c’è Abengoa 8,5% 2016. il bond a tasso fisso 2016 è sceso di circa 10 figure negli ultimi sei mesi (vedi grafico accanto) più che altro a causa dei problemi che stanno attanagliando il debito pubblico spagnolo e il sistema bancario finito sotto pressione a causa dell’implosione della bolla immobiliare (Bolla immobiliare Spagna: a picco i prezzi delle case).

Si tratta in particolare di un’emissione di tipo senior del 2010 da 500 milioni di euro (XS0498817542) che paga una cedola semestrale dell’8,5%, scadenza 31 Marzo 2016, negoziabile sulla piazza del Lussemburgo per importi minimi da 50.000 euro, che attualmente prezza intorno ai 90 punti e rende a scadenza il 12% circa.

Come mai un rendimento così elevato? Da un lato – come osservano in coro gli analisti – ci sono i problemi del debito sovrano spagnolo che condizionano oltremisura l’andamento dei corsi, dall’altro il merito creditizio delle agenzie di rating che classificano Abengoa fra i titoli speculativi High Yield (B+ per Standard & Poor’s, BB per Fitch e B3 per Moody’s). Il titolo – come osserva Ignacio Carvajal di UBS – è a sconto rispetto ai competitors e offre un buon rendimento a scadenza. Se poi si considera che l’Unione Europea, con la Germania in testa che ha deciso di rinunciare al nucleare, stanno spingendo molto su questo settore, le obbligazioni Abengoa rappresentano un buon punto di partenza per chi crede in questo business. Di diverso avviso è, invece, Rupesh Madlani di Barclays che invita alla prudenza sul settore delle rinnovabili che dipendono molto anche dalle sovvenzioni statali e che in questo momento, per ovvi problemi di bilancio pubblico, sono in contrazione. Molte piccole società attive nel comparto eolico, soprattutto tedesche, faticano a rifinanziarsi se non a costi proibitivi e i margini sono ancora troppo risicati per poter sopravvivere da sole.

 

Abengoa: ricavi a gonfie vele anche nel 2012 in attesa delle semestrale

Sul mercato la società è presente anche con due emissioni più corte, la Abengoa 6,875% 2014 da 200 milioni (XS0437092322) e la Abengoa 9,625% 2015 da 300 milioni (XS0469316458). In dollari c’è invece la Abengoa 8,875% 2017 da 650 milioni (USE0002VAC84), sempre con cedola semestrale che rende circa il 10%. Per finire, un occhio anche ai conti dei primi tre mesi dell’anno, in attesa della semestrale, che hanno mostrato ancora una volta un trend di continua crescita del settore e del giro d’affari con 1,76 miliardi di ricavi (+18%), un ebitda di 285 milioni (+24%) e un utile netto di 89 milioni di euro (+57%).

Il debito al 31 Marzo era di 6.447 miliardi di euro.