JP Morgan e Unicredit sono le due banche a cui il Tesoro di Vienna ha affidato l’incarico di organizzare una global call con gli investitori, al fine di tenere diversi incontri dalla prossima settimana. In quelle occasioni, l’Austria presenterà al mercato il suo Green Bond Framework, che altro non è che l’anticamera per l’emissione delle prime obbligazioni verdi. Un passo già compiuto in questi anni da tutti i principali stati europei, tra cui Polonia, Olanda, Francia, Germania e Italia.
La storia del bond a 100 anni
Questo titolo aveva chiuso la seduta di lunedì, negativa un po’ per tutti i mercati nel mondo, a una quotazione di 52,34 centesimi. E’ stato il record minimo toccato sin dall’emissione di due anni fa. Ieri, balzava del 5% a circa 55 centesimi. A fronte di un rendimento sceso di pochi punti base al 2,16%, l’impennata è stata forte.
Abbiamo già scritto di quanto questo bond a 100 anni dell’Austria si presti a investimenti speculativi. Da “porto sicuro” per i capitali globali, tende ad apprezzarsi moltissimo nelle fasi avverse e a crollare in quelle più propense al rischio. Allo stato attuale, il rendimento offerto appare congruo per gli standard viennesi. Ricordiamo come il primo bond a 100 anni dell’Austria fu emesso nel 2017 a un rendimento in area 2,10%. E questo implicherebbe la possibilità che il minimo sia stato toccato o sia vicino alla quotazione presente.
Il bond a 100 anni esordiva nel 2022 a quasi 90 centesimi. Nessuno avrebbe immaginato un tonfo così veloce. Di certo c’è che se dovesse rimbalzare d’ora in avanti, il rendimento potenzialmente offerto all’obbligazionista risulterebbe superiore. Se solo in un futuro non troppo lontano si riportasse ai valori di inizio anno, realizzeremmo una plusvalenza nell’ordine del 60-65%.
Bassi scambi in valore
Nel dicembre 2020, non un’era fa, questo bond a 100 anni arrivò ad offrire appena un terzo di punto percentuale di rendimento. In quell’occasione, la quotazione sfiorò il massimo storico di 140. Sull’EuroMoT di Borsa Italiana gli scambi di questo titolo sono scarsi. In valore, appena 10,6 milioni di euro da inizio anno; nulla rispetto ai 2 miliardi emessi dal governo austriaco. Il contratto medio ammonta sui 6.800 euro, un importo relativamente basso ad indicare che a compravendere sarebbero i piccoli trader.