Il clima sui mercati è semi-vacanziero e lo resterà per almeno un altro mese abbondante. Ad ogni modo, ci sono alcuni movimenti che non stanno passando inosservati. Uno di questi riguarda il bond 30 giugno 2120 dell’Austria con cedola 0,85% (ISIN: AT0000A2HLC4), che ieri è salito ad una quotazione superiore ai 46 centesimi, ai massimi da fine marzo scorso. In pratica, il titolo si è apprezzato ai livelli più alti da Pasqua. Certo, la cedola effettiva resta bassissima, specie considerata la lunghissima durata: neanche l’1,85% lordo.

Un rendimento annuale bassissimo.

Duration alta, prezzi molto volatili

Il boom della quotazione si è avuto nelle ultime quattro settimane, segnando un rialzo prossimo al 7%. Il bond 2120 dell’Austria è preso come riferimento nell’Area Euro per monitorare i movimenti del tratto ultra-lungo della curva. Per via dell’altissima “duration”, anche una variazione relativamente modesta dei rendimenti tende a influire notevolmente sui prezzi.

Per quale ragione il bond 2120 è risalito ai massimi da quattro mesi? Il mercato punta lo sguardo già al mese di settembre, quando quasi certamente la Banca Centrale Europea taglierà i tassi di interesse per la seconda volta. Il dato è scontato, insito nei prezzi obbligazionari. Tuttavia, la sensazione è che la politica monetaria sarà allentata nei prossimi mesi sul piano globale. E ciò ridarà vigore ai titoli del debito pubblico e corporate. Quelli più longevi ne beneficeranno grazie ai maggiori apprezzamenti attesi.

Bond 2120, perdite restano pesantissime

Per quanto in forte rialzo, le quotazioni restano sotto i massimi toccati nel dicembre scorso sopra 49 centesimi. In un paio di mesi, allora erano esplose di oltre il 40% dai 35 centesimi minimi a cui erano sprofondate in ottobre. C’è da dire che per gli investitori della prima ora si tratta di una magrissima consolazione. Alla fine del 2020, a meno di sei mesi dall’emissione, il bond 2120 risultava salito a quasi 140. Dai massimi le perdite restano nell’ordine del 67%.

I due terzi del capitale sono andati e al momento risulta impossibile credere che da qui ai prossimi anni il recupero sia tale da compensare il segno meno. Neanche la risalita alla pari è all’ordine del giorno. I tassi scenderanno, ma senza riportarsi ai livelli infimi durante la pandemia.

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