Un ultimo passaggio in consiglio di amministrazione e poi l’imprimatur ufficiale della Commissione europea. Saranno queste le ultime tappe del piano di salvataggio di Banca Mps, arrivato alle battute finali dopo sei mesi di rimpalli tra DgComp e Bce. Oggi il board della banca senese si riunirà per esaminare la versione finale del documento, comprensiva dell’accordo con Atlante 2 sulla cartolarizzazione dei non performing loan e dell’intesa definitiva sul taglio dei costi. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, gli amministratori non dovrebbero approvare subito il piano, ma sottoporlo alla Comissione europea per l’imprimatur finale.

 

Il Fondo Atlante sottoscriverà gli Npl

 

Il passaggio potrebbe richiedere pochi giorni, come del resto il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan ha spiegato nell’intervista a Class Cnbc. Anche perché tutte le questioni più delicate sono ormai state smarcate e presto i bond senior potranno tornare a essere negoziati in borsa. Nei giorni scorsi ad esempio gli advisor Mediobanca e Lazard definito lo schema della cartolarizzazione da 26 miliardi. Nel dettaglio, Atlante 2 dovrebbe sottoscrivere l’intera tranche junior della cartolarizzazione per un importo di oltre 1,5 miliardi che corrisponde a larghissima parte della dotazione residua del fondo. Uno sforzo inevitabile visto che al tavolo non si sarebbero presentati altri investitori, tanto meno Fortress e Elliott che sono bruscamente usciti dalla trattativa lo scorso 16 giugno. I due investitori avrebbero infatti contestato non tanto il prezzo di cessione dello stock (pari al 20-21% del valore nominale dei crediti) quanto lo schema finanziario dell’operazione, giudicato insufficiente per produrre il rendimento atteso. Il peso dovrebbe quindi ricadere interamente sulle spalle di Atlante 2 che, come lasciato intendere dal presidente di Quaestio Alessandro Penati, potrebbe sindacare la quota in gestione con altri soggetti.

 

Bond e azioni Mps azzerati

 

L’accordo tra la Commissione europea e il Governo italiano sulla ricapitalizzazione del Monte dei Paschi salverà la banca senese evitando rischi sistemici a tutti il sistema bancario italiano ed europeo, ma non salverà gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati di Mps.

Nel salvataggio della banca scatterà il cosiddetto burden sharing, una forma più dolce del bail-in, che chiamerà gli azionisti e i bondisti subordinati a partecipare agli oneri della ristrutturazione del’istituto. I 40 mila detentori di obbligazioni subordinate potranno così sperare di essere  risarciti solo nei casi in cui si dimostrerà la scorrettezza della banca stessa per averli indotti a suo tempo ad acquistare bond non privi di forti rischi. Ma è facile capire che non sarà una pratica agevole e che fin da ora sono da mettere in conto infinite cause legali.