Tornano i bond Banca IMI Collezione. L’istituto di credito del gruppo bancario Intesa Sanpaolo (rating BBB per S&P, BBB+ per Fitch e Baa2 per Moody’s ) ha recentemente collocato sul mercato dei capitali nuove obbligazioni quinquennali denominate in dollari australiani (AUD). Si tratta per la precisione di una emissione da 350 milioni di dollari australiani “Banca IMI Collezione Tasso Fisso Dollaro Australiano Opera IV” negoziabili dal 10 settembre sui circuiti telematici regolamentati MOT ed EuroTLX. Le nuove obbligazioni (Isin IT0005045221) sono acquistabili per importi minimi di 2.000 dollari australiani (circa 1.400 euro) e pagano una cedola annua fissa lorda pari al 4,30% l’8 settembre di ogni anno fino al 2020.
Emesse al prezzo di 99,64, offrono un rendimento lordo a scadenza del 4,46%.
Non è ancora il momento giusto per investire in dollari australiani [fumettoforumright]Non si tratta della prima emissione obbligazionaria in dollari australiani, dato che
Banca IMI aveva già lanciato tre bond in valuta riscuotendo molto successo per la remunerazione offerta sul capitale prestato. Nelle precedenti occasioni, la cedola annua lorda era stata fissata a livelli più alti con ottimi ritorni per gli investitori che hanno scommesso sull’apprezzamento della moneta locale. Solo a inizio anno il cambio era infatti intorno a 1,60 nei confronti dell’euro, mentre oggi siamo vicinissimi a 1,40. Cosa significa? Vuol dire che la valuta continentale australiana si è rafforzata in 8-9 mesi di oltre il 12% e non è detto che il trend possa continuare ancora per lungo tempo scontando già i prossimi interventi della BCE in campo valutario (quantitative easing). Con questa nuova obbligazione – osservano gli analisti – Banca IMI ha raccolto altri 250 milioni di euro remunerano il capitale molto meno rispetto alle precedenti emissioni, ma prevedendo al contempo che la valuta australiana si indebolirà da qui al 2020. Secondo gli esperti di cambio intervistati recentemente da Bloomberg, il dollaro australiano sta puntano verso quota 1,30 nei confronti dell’euro, un po’ a causa del rallentamento della crescita economica europea e un po’ per via della fine degli stimoli monetari della Fed che condizionerà la valuta australiana.
Investire in Australia: per Standard and Poor’s l’isola ha rating AAA La terra dei canguri offre da sempre grandi possibilità di sviluppo ed espansione, non solo per via delle materie prime di cui il Paese è ricco, ma anche grazie alla stabilità politica ed economica in grado di attirare capitali stranieri da tutto il mondo. L’Australia finora non ha tradito queste aspettative e ha ancora enormi potenzialità di crescita e – secondo gli esperti – potrà dare ancora molte soddisfazioni in futuro facendo da volano per la prossima ripresa economica dei paesi industrializzati che necessitano delle risorse minerarie di cui il continente è ricco. L’agenzia di rating
Standards and Poor’s ha confermato il rating AAA per l’Australia soprattutto per via del basso debito pubblico, dell’inflazione sotto controllo, della piena occupazione, intravvedendo una timida ripresa delle attività minerarie per i trimestri a venire, nonostante la crescita del Pil sia stata recentemente rivista in contrazione per quest’anno.