Dalle stelle alle stalle. Dopo aver snocciolato conti di un primo trimestre 2018 brillante sotto il profilo economico, Astaldi è tornata nel mirino degli speculatori. Le azioni sono tornate verso i minimi dell’anno e i bond high yield 7,125% 2020 hanno perso il 15% nel giro di due settimane.
Ad innescare la miccia che ha fatto scattare le vendite, la doccia fredda di Standard & Poor’s che ha ritoccato il rating del general contractor italiano da CCC+ a CCC. Sull’azienda italiana che ha varato per la prossima estate un aumento di capitale da 300 milioni di euro per tamponare le perdite accusate dalla crisi in Venezuela e varando altresì un ambizioso piano industriale, si sono riaccesi ancora una volta i dubbi degli investitori sulla riuscita della ricapitalizzazione.
Ma come sempre le notizie negative non vengono mai da sole e ieri, in tarda serata, sono state messe in circolo nelle sale operative voci circa il rischio che Astaldi potrebbe sospendere il pagamento della cedola semestrale del bond da 750 milioni di euro in scadenza nel 2020 la prossima settimana. Il titolo è subito crollato del 9% in apertura di contrattazioni sul MOT segnando un prezzo di 75 per un rendimento a scadenza del 20%. La società non ha commentato né la decisione di Standard & Poor’s né le indiscrezioni sul pagamento della cedola del 1 giugno mostrando indignazione verso alcuni organi di informazione che giorni fa avevano riportato (a torto) che Astaldi aveva mancato di rimborsare alcuni linee di credito in Brasile.