E’ di pochi giorni fa il collocamento sul mercato del nuovo bond da parte di Cdp Reti (ISIN: IT0005611139). La società ha raccolto alla fine di agosto 600 milioni di euro, ricevendo ordini per 2,7 miliardi. L’elevato interesse riscontrato tra gli investitori le ha consentito di abbassare il rendimento esitato dai +200 punti base sul tasso midswap inizialmente ipotizzati a +160. Offre cedola annuale lorda del 3,875% ed è stato prezzato a 98,874 centesimi per un rendimento del 4,076%. Il taglio minimo è stato fissato a 100.000 euro, aumentabile di 1.000 euro e multipli.

Questo significa che l’operazione è stata sostanzialmente riservata agli investitori istituzionali.

Premio effettivo sul BTp 2031 molto contenuto

Il bond di Cdp Reti gode di rating “investment grade”, pur non elevati e in linea con le valutazioni assegnate al debito pubblico italiano: BBB per S&P e Fitch, Baa3 per Moody’s. Non può essere altrimenti, dato che l’emittente è controllato dallo stato tramite Cassa depositi e prestiti, a sua volta un ente in mano al Tesoro e per una quota minoritaria alle fondazioni bancarie. La società detiene partecipazioni nelle reti infrastrutturali considerate strategiche: Terna, Snam e Italgas.

E adesso facciamo un confronto proprio con il titolo di stato della stessa durata, il BTp 2031. Allo stato attuale, il suo rendimento lordo si aggira intorno al 3,25% all’anno. Dunque, il bond di Cdp Reti offre un premio di 60 punti base o 0,60%. Se si passa ai rendimenti netti, le distanze si assottigliano. I titoli di stato scontano un’imposizione fiscale del 12,50% contro il 26% applicato sugli interessi delle obbligazioni societarie, tra le quali rientra l’emissione in esame. Pertanto, il premio effettivo si riduce nell’ordine dello 0,20% o giù di lì.

Bond Cdp Reti in rialzo sul mercato

Interessante notare che il bond Cdp Reti, essendo già negoziato sul mercato secondario, stia segnalando un rialzo della quotazione rispetto all’emissione.

Alla Borsa di Francoforte l’apice sinora è stato raggiunto venerdì scorso a 100,36, mentre ieri si aggirava appena sopra la pari. Una crescita dell’1,50%, che è tanta roba per un’obbligazione in meno di una settimana di contrattazioni. Chiaramente, ne sta facendo le spese proprio il rendimento, che perde circa oltre lo 0,20% su base annuale, per l’appunto intorno all’1,50% cumulato entro la scadenza.

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